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Il Gay Pride e i numeri: a chi serve?

Da quando la Parata LGBT di San Paolo ha raggiunto il milione di partecipanti, intorno al 1/2004, la questione del numero di persone che occupano l'Avenida Paulista è diventata un'ossessione della stampa di San Paolo, degli imprenditori (di mezzo e no), degli organizzatori , politici, i bar di Augusta e Largo do Arouche. Quest'anno l'Associazione São Paulo Parade (APOGLBT) e la Polizia Militare hanno deciso di non pubblicare i numeri, il che è positivo, il numero è quello che conta meno, però, guarda caso, è proprio quest'anno che l'istituto Data Folha decide di applicare una nuova metodologia per il conteggio dei partecipanti, che ha fatto il suo debutto alla Parata di San Paolo, che ha avuto luogo ieri, domenica (05/10).

Ma non appena spiega il funzionamento di questo metodo senza precedenti, lascia già spazio a diverse interpretazioni, come lui stesso informa in un articolo pubblicato lunedì dal quotidiano Folha de São Paulo (12): “il metodo non tiene conto il pubblico fluttuante”. E chi era presente all'evento, come nel mio caso e ha camminato o provato a percorrere la Parata, ha potuto notare che, anche quando era ferma, c'erano ben più di 270mila persone, bastava una foto del grande pubblico . Volendo tirare piano: circa 500mila, scherzo. Ma comunque, finendo questo noioso discorso del metterlo qui, schiacciarlo là, destinarlo qui, la domanda che dobbiamo porci è: a chi è utile lavorare con un numero così basso riferendosi ad un evento che ha dato tanto sul piano politico e culturale? significato per il Brasile?

La cosa più divertente è che questa domanda sul numero di persone che occuperanno l'Avenida Paulista durante la Gay Parade era già stata sollevata con argomenti molto simili dal pastore Silas Malafaia. Il metodo utilizzato dal pastore per demistificare le migliaia di partecipanti è cugino di quello utilizzato da Data Folha. L'intenzione del pastore era di rendere la Gay Parade un evento più piccolo rispetto alla Marcia per Gesù, e che dire di quella dell'istituto? La cosa più preoccupante è che, nella fretta di precedere gli altri portali, finiscono per pubblicare numeri che rispecchiano una sola fotografia o nemmeno questa. Chiunque sia rimasto nel centro e nei Jardins dopo la sfilata sa che in ogni isolato erano 100 o 200mila...

Sempre sulla questione “a chi serve” per aggirare i numeri, possiamo dire che, invece di incoraggiare le strutture a sostenere di più la sfilata, sono gli alberghi, che “si riempiono da cima a fondo”, come ha detto l'assessore Ítalo Cardoso ( PT-SP) nella Sessione Solenne di mercoledì scorso (6), no, la stampa preferisce modellare e rafforzare perversamente la struttura normativa della società trasformandola in base al numero e per questo si basa sul concetto di “ metodo scientifico”, quindi, indiscutibile, per dire, o, far intendere, che nonostante tutto e nonostante “noi amiamo questa gente che va alla Parata” non vale proprio la pena investire nell’evento.

Oltre al discutibile metodo di Data Folha, il Veja SP di questo fine settimana presenta un rapporto sugli “intrighi” all'interno del consiglio dell'APO. Ora ditemi quale consiglio di associazione legato a qualsiasi tipo di questione della società civile non ha intrighi e dispute politiche? Quindi, più che il numero fittizio dei partecipanti alla São Paulo Gay Parade, sommato al “rapporto” di Veja SP, questi due ed altri strumenti servono soprattutto a mantenere la struttura sessista e omofobica della nostra società. Serve a convalidare il discorso degli uomini d'affari che rifiutano di collegare il loro marchio alla Gay Parade, ma lo includono nei loro pacchetti turistici, quindi il buco è molto più profondo.

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