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Solo 4 consiglieri su 47 hanno votato a favore del “genere” nelle scuole di SP

I consiglieri di San Paolo hanno approvato martedì (25) il Piano Educativo basandosi sulle pressioni di conservatori e religiosi: senza la parola "genere" in tutto il testo, senza menzionare il Piano Nazionale dei Diritti Umani del 2010, o la Legge Organica del Comune, che ha parlato di “stereotipi sessuali”.

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Sono stati 43 i voti a favore del PME senza discutere di genere e solo quattro contrari, che ritengono un vero e proprio passo indietro non promuovere l'uguaglianza tra i generi, oltre alle politiche di inclusione dei travestiti, delle donne transessuali e degli uomini trans. 

I consiglieri favorevoli al “genere” nel PME (e che hanno votato contro) erano – si noti – Claudio Fonseca (PPS), Toninho Vespoli (Psol), Nipote di Paola (PDT) e Giuliana Cardoso (PT). "Il piano è stato modificato in modo pregiudiziale, escludendo i gruppi che hanno più bisogno di essere ascoltati. Usano il termine ideologia per diffondere visioni errate, quando ciò che vogliamo è solo una società egualitaria", dice Juliana. 

Anche Vespoli – che è stato addirittura fischiato quando ha difeso la diversità nella scuola – si è rammaricato del risultato del voto e ha dichiarato che ha prevalso "una visione limitata e pregiudiziale dell'istruzione". "Sono cattolico, ho le mie convinzioni e non posso imporle a tutti. Bisogna combattere l'ipocrisia di una società che accetta i travestiti all'angolo della strada, ma non nelle scuole".
 


Cláudio Fonseca ha votato contro il PME senza la parola "genere"


Juliana: "Vogliamo solo una società egualitaria"

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Per chi non lo sapesse, il piano per discutere di genere e orientamento sessuale è stato creato sette anni fa – con seminari, dibattiti e audizioni pubbliche – con l'obiettivo di indebolire i pregiudizi. Ma la parola “genere” è stata oggetto di dibattiti e discussioni tra religiosi e conservatori, che affermano che fa parte di una “ideologia di genere” e una minaccia per la famiglia tradizionale.

Con la pressione religiosa, sono riusciti a ribaltare il testo del Piano Educativo Nazionale nel 2014, del Piano Educativo Comunale di San Paolo e del Consiglio Comunale l’11.

Tutto perché ogni individuo potrebbe definire il proprio genere senza necessariamente attenersi all’organo genitale con cui è nato ed essere rispettato come tale – come nel caso dei travestiti, delle donne transessuali e degli uomini trans. Oltre a ribaltare concetti basati sui pregiudizi tra uomini e donne, come il machismo, l’omofobia e la transfobia.

Il testo ora passa al sindaco per la sanzione Fernando Haddad (PT), che ha già dichiarato che lo approverà alla luce di altri risultati. Pertanto, per ora, tutte le oppressioni continuano così come sono. 

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