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Dopo le pressioni evangeliche, il governo sostituisce il Comitato Gender del MEC

Il Ministero dell’Istruzione rischia di promuovere misure e linee guida vaghe

Un’altra battuta d’arresto nella discussione sul genere – e nelle politiche che mirano a porre fine ai pregiudizi – si è verificata con l’approvazione del governo. Tutto perché il Comitato di Genere, istituito con l’Ordinanza 916, del 9 settembre 2015, è stato sostituito dal Comitato per la Lotta alle Discriminazioni, dell’Ordinanza 949, del 21 settembre 2015.

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La sostituzione del nome con un altro generico è stata effettuata dal Ministro dell'Istruzione, Renato Janine Ribeiro (foto sotto), dopo le pressioni del Fronte Parlamentare Evangelico (FPE) sul Palazzo Planalto.

Secondo il master in scienze politiche Daniele Cara, dalla UOL, quando si parla di questioni di genere, il governo Dilma ha ceduto alle richieste religiose. Tanto che nel 2011 Dilma ha vietato i kit anti-pregiudizio basati sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere nelle scuole pubbliche.

"Il Ministero dell'Istruzione (MEC), trasformando il Comitato di Genere in un ambito dedicato alla lotta contro ogni discriminazione, corre il rischio di promuovere misure e linee guida vaghe, imprecise e innocue. Si troverà ora ad affrontare un clima di restrizioni, generato dalla paura di critiche e pressioni sulle loro iniziative, provenienti dai settori più conservatori della società", descrive Cara.

Quando si discuterà di genere in questi spazi, si svilupperanno proposte e sussidi tecnici per combattere la violenza di genere, l’omofobia, la transfobia e altri pregiudizi. Per ora il problema resta e, quel che è peggio, è diffuso. Poiché il machismo, l'omofobia e la transfobia, oltre a non essere discusse, vengono spesso insegnate nelle scuole brasiliane, provocando l'abbandono di numerose persone LGBT.

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Vale la pena ricordare che il MEC ha recentemente inviato una nota tecnica con le linee guida alle scuole per garantire rispetto, cittadinanza e riconoscimento dell'identità dei travestiti, delle donne transessuali, degli uomini trans e delle altre persone transgender. "A difesa del diritto allo studio, si auspica che la Nota tecnica 15/2015 non venga abrogata o sostituita da una nuova formulazione generica, incapace di contribuire a contrastare la discriminazione di genere, così dannosa per l'universalizzazione dei diritti", afferma Daniele.

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