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Candy Mel, di Banda Uó, denuncia la violenza transfobica della polizia all'aeroporto

Caramella Miele, membro del Uó banda, ha denunciato sul suo profilo Instagram le violenze transfobiche subite, perpetrate da agenti della Polizia Federale, all'aeroporto Galeão, a Rio de Janeiro, lunedì scorso, 05.

La cantante era diretta a Brasilia, dove avrebbe eseguito l'ultimo spettacolo della band, dopo una pausa indefinita annunciata dai membri alla fine dell'anno scorso.

Nelle storie sui social media, Candy ha raccontato di essere stata portata dagli agenti in una stanza privata e lì hanno iniziato a perquisire il suo corpo.

“Sono in un certo senso trattenuto qui all'aeroporto, perché due ragazzi volevano perquisirmi, sostenendo che il mio documento diceva che [nome] era maschio. Mi hanno costretto, mi hanno portato in una stanza con due ragazzi per perquisirmi, e non ho accettato. Quindi sono qui, a rischio di perdermi lo spettacolo a Brasilia. Sono stato super costretto, ma sfortunatamente non mi toccano. Non collaborerò. Mi hanno portato in una stanza; Giuravo che fosse una normale perquisizione dei bagagli, e all'improvviso hanno chiuso la porta, io e loro all'interno di una cabina, e mi hanno chiesto di togliermi i vestiti. (.) Non collaborerò con questo. Semplicemente non ero più costretto perché Mateus [Carrilho], Davi [Sabbag] e l’intera squadra erano qui e mi seguivano”. 

Dopo le ripercussioni sui social, Mel è tornata su Instagram per rassicurare i fan, spiegando tutto quello che è successo e annunciando che adotterà le opportune misure legali.

«Alla fine mi hanno perquisito, ma era in pubblico, volevo che avvenisse davanti a tutti, in modo che la gente potesse vedere un uomo che toccava il corpo di una donna. E la mia forma di protesta, prima di questa invasione, di questo abuso, era essere a torso nudo, con il seno scoperto. Ecco, quello era il mio modo di urlare. Hanno risolto rapidamente il "problema", giusto? Ma volevano che fosse all'interno di una cabina, affinché nessuno vedesse quella scena. E ad essere sincero, oggi non è una bella giornata per me, non sono felice, penso a quello che è successo. È stato molto violento e, se è successo a me, è molto facile che succeda a chiunque altro, sai? Sono stato trattato come un criminale, come qualcuno che non aveva il diritto di scegliere la procedura da seguire, come qualcuno che non aveva alcun diritto. E tutto questo pregiudizio nasce dal fatto che hanno scelto la persona dal nulla, non hanno chiesto il documento a nessuno, hanno chiesto apposta il mio e dietro c'era tutto un mistero. Ed ero imbarazzato dalle persone che lavoravano lì, che mi prendevano in giro. Alcune donne cisgender si prendono in giro a vicenda, perché è di questo che si tratta, giusto? Comunque, ragazzi. Segnando questo ultimo spettacolo con un evento molto violento con me, con il mio corpo, la mia vita, la mia esistenza.

 

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