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Due terzi della popolazione mondiale non vorrebbe avere un figlio gay

Martedì, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, è stata pubblicata un’indagine globale sugli atteggiamenti della popolazione generale nei confronti della comunità LGBT.

+La ricerca mondiale mostra una riduzione delle leggi omofobiche e l’inclusione delle persone LGBT

Secondo lo studio, il 68% degli oltre 96 intervistati ha affermato che si sentirebbe a disagio se avesse un figlio gay o una figlia lesbica.
 

La ricerca è opera dell’Associazione internazionale lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersessuali (Ilga). L'organizzazione sostiene che si tratta del più grande studio mai realizzato sull'argomento: 96.331 persone, provenienti da 65 paesi, hanno risposto a un questionario online con 31 domande.
 
Al questionario hanno risposto più persone, ma, per avere un universo minimo attendibile, sono stati inclusi solo i dati dei paesi in cui hanno risposto più di 700 persone. Sono stati poi contati cinquantatré paesi, nove in Africa, 53 in Asia, 15 nelle Americhe, 15 in Europa e due in Oceania.
 
Tra gli intervistati, il 67% sostiene che i diritti umani dovrebbero essere universali, indipendentemente dal genere o dalle preferenze sessuali. Sono il 62% in Africa, il 63% in Asia, il 69% nelle Americhe, il 71% in Europa e il 73% in Oceania.
 
Tuttavia, se si affronta l'argomento in modo specifico, la cifra diminuisce: solo il 53% delle persone pensa che essere gay non dovrebbe essere considerato un crimine, mentre il 25% pensa che dovrebbe. Gli altri non hanno saputo rispondere.
 
Il 65% dei partecipanti afferma che non avrebbe problemi con un vicino gay, lesbica o bisessuale. Tuttavia, il 32% della popolazione mondiale ritiene che il desiderio omosessuale sia un “fenomeno occidentale”, un pensiero diffuso da conservatori ed estremisti religiosi in molti paesi, anche in Occidente.
 
Omofobia di Stato
 
L'opera ha uno studio gemello, sull'omofobia sponsorizzata dallo stato in tutto il mondo. Nell’ultimo decennio, quando si è cominciato a scrivere il rapporto, la situazione è cambiata: nel 2006, 92 stati criminalizzavano l’omosessualità. Nel 2016 sono 75.
 
Attualmente sono 13 gli stati membri delle Nazioni Unite in cui essere gay può essere punibile con la morte. In otto di questi viene utilizzata la misura, come Arabia Saudita, Iran e Somalia. Altri 14 puniti con 15 anni di carcere fino all'ergastolo. Altri 17 hanno leggi che vietano la “promozione della cultura omosessuale”, e in questo caso il numero è in aumento, dice l’ONG.
 
D’altro canto, 70 paesi dispongono di tutele legali contro la discriminazione sul lavoro, 22 riconoscono il matrimonio tra persone dello stesso sesso e altri 24 garantiscono una qualche forma di unione civile. Altri 26 stati hanno leggi sull’adozione per le coppie dello stesso sesso.

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