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Imprese inclusive

Ancora una volta, come accade ogni anno in questo periodo, aziende dei settori più diversi si muovono per attrarre e accontentare i consumatori gay. La Fnac, che ha già fatto pubblicità in veicoli specializzati e ha una posizione chiaramente gay-friendly, ha deciso di dedicare uno spazio al pubblico LGBT nella sua unità in Avenida Paulista.

Accanto alla sezione CD e DVD, il negozio ha decorato lo spazio con un piccolo globo a specchio, poster e cartellini dei prezzi color arcobaleno. Lì si possono trovare prodotti per tutti i gusti, dai libri a tema, come Mario Testino e il "Kama Sutra lesbico", alle collezioni importate da Taschen e ai CD di dive gay, come Madonna.

Considero encomiabile l'iniziativa di grandi aziende come la Fnac di investire sul pubblico omosessuale. Ma mi dispiace che molte di queste aziende lo facciano solo durante la settimana del Gay Pride. A me queste iniziative sembrano opportunistiche e irragionevoli, dal momento che i clienti (indipendentemente dal loro orientamento sessuale) sono clienti in qualsiasi periodo dell'anno... Oppure no?

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A proposito di imprese inclusive, il numero 34 della rivista Il mantello, che si presenta per la prima volta con doppia copertina (da un lato, il bel Diogo Rodrigues e, dall'altro, l'ex BBB Serginho) presenta un rapporto scritto da Lufe Steffen sulle aziende che rispettano la diversità.

In questo caso, un buon e un cattivo esempio: l'azienda Porto Seguro, che ha politiche per i suoi dipendenti e clienti gay; e Tecnisa, che ha smesso di focalizzarsi sul pubblico LGBT dopo aver indirizzato per alcuni anni la propria comunicazione verso questo segmento. In particolare per quanto riguarda Tecnisa, la notizia che l'azienda non avrebbe più indirizzato i suoi prodotti al pubblico gay ci ha sorpreso e ci ha fatto dubitare se noi consumatori gay brasiliani siamo davvero un segmento redditizio o se siamo solo il target di target specifici ed egoistici. azioni al servizio...

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