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L’infermiera gay di New York è la prima a morire dopo le complicazioni causate dal COVID-1

Kious Kelly
Foto: riproduzione

L'infermiera è morta martedì scorso a New York City (24 anni), all'età di 48 anni. Kious Kelly, che ha lavorato al trattamento di pazienti infetti da coronavirus (COVID-19).

Secondo New York Post, soffriva di asma e potrebbe essere il primo infermiere a morire a causa di complicazioni di salute causate dal nuovo virus. Nell’ospedale dove lavorava Kelly, Mount Sinai West, il personale ha utilizzato sacchi della spazzatura invece dei camici.

Secondo il giornale i colleghi di Kelly sono indignati. Come riportato nei post sui social network, ritengono che la morte dell'infermiera sia avvenuta a causa della frequente mancanza di dispositivi di protezione per gli operatori sanitari americani nel pieno della pandemia.

A Kelly, che era apertamente gay, è stato diagnosticato il COVID-19 il 18 ed era nell'unità di terapia intensiva del Monte Sinai West, respirando con l'aiuto di attrezzature.

Secondo la sorella di Kelly, Marya, la morte dell’infermiera avrebbe potuto essere evitata.

Gli Stati Uniti sono attualmente il Paese con il maggior numero di contagi registrati. La sola New York conta più di 25 casi confermati, equivalenti a un terzo di tutti quelli riscontrati nel paese.

Nelle ultime settimane, gli americani hanno dibattuto intensamente sulla capacità del sistema sanitario di far fronte alla crisi.

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