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Gruppi gay discutono della criminalizzazione dell'omosessualità alla conferenza Ilga

Si è svolto questo martedì (26/01) il secondo giorno della Pre-Conferenza Regionale ILGA-LAC, un incontro che si è svolto nella città di Curitiba (PR) fino al 31/01. Nell'occasione si sono dibattuti temi come i media, il gay pride e le politiche LGBT dei governi di tutta l'America Latina e dei Caraibi.

Tra i tavoli si è svolto il 1997° Forum dei Gay, MSM e Trans dell'America Latina e dei Caraibi. È stato presentato il lavoro dell'Associazione per la Salute e la Cittadinanza Integrale in America Latina e nei Caraibi (ASICAL), fondata nel XNUMX a Lima, in Perù. Fernando Muñoz Figueroa, che, oltre ad essere il coordinatore dell'ASICAL, è un attivista per i diritti LGBT in Cile, è stato uno dei relatori.

Secondo Muñoz, ASICAL è un'entità che lavora in partenariato con diversi gruppi dell'America Latina, "tra cui ABGLT". La sua missione è quella di "individuare le principali difficoltà nel portare avanti la lotta contro l'HIV nella regione latina e caraibica".

Fondamentalismo religioso e persecuzione degli omosessuali

Uno dei temi più attuali dibattuti ieri è stato il fondamentalismo religioso nei paesi che ancora criminalizzano l’omosessualità. George Liendo, del Perù, ha parlato dell'omofobia religiosa nel suo Paese, che non è molto diversa da quella vissuta in Brasile.

Secondo George, i principali oppositori della vita gay peruviana sono le istituzioni religiose, "principalmente cattoliche". Liendo ha detto che il più forte nel suo Paese “è l'Opus Dei”, un settore reazionario della Chiesa cattolica. George ha chiarito che la suddetta istituzione è inserita in "strutture di potere, soprattutto nelle università, e tendono a lavorare in silenzio".

Come in Brasile hanno dei parlamentari "e due ministri che sono l'Opus Dei". Sempre sull'influenza politica dei gruppi religiosi fondamentalisti, George ha sottolineato il "Sodalício de La Vida Cristiana". "È la seconda organizzazione più forte dopo l'Opus Dei, la sua missione principale è influenzare i governi".

Dopo la presentazione di George Liendu dal Perù, è stata fatta una panoramica dei paesi peggiori per la comunità gay. La regione identificata come la più conservatrice e pericolosa è l’America Centrale e i Caraibi, dove oltre il 90% dei paesi criminalizza l’omosessualità con il carcere e la pena di morte.

Nigel, un attivista della Guyana, ha rivelato ai presenti che "è stato bello" partecipare a un incontro in cui si è discusso delle unioni civili e della criminalizzazione dell'omofobia, dibattito che non esiste nel suo Paese. Secondo l'attivista caraibico, "tutti i partiti politici sono conservatori. Mentre voi lottate per l'unione civile, noi lottiamo per non essere arrestati", ha concluso.

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