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Storia: la Corte interamericana dei diritti umani riconosce l'obbligo di indagare sugli omicidi di persone LGBT

Bandiera gay
Foto: riproduzione

A Corte Interamericana dei Direitos Humanos giovedì scorso (7) ha preso una decisione storica che amplia i diritti delle persone LGBT nei paesi americani e non americani. Le informazioni provengono da EJILK:Parla!.

Dal caso peruviano di Azul Rojas Marín, l'istituzione stabilisce nuovi standard che hanno il potenziale per ridurre i livelli di violenza subiti da lesbiche, gay, bisessuali e transgender, poiché ha approfondito il concetto di "violenza motivata dal pregiudizio".

La Corte ha concluso che la discriminazione basata sull'orientamento sessuale può portare alla detenzione arbitraria di persone “LGBTI”, ha ampliato la comprensione della tortura con un pregiudizio discriminatorio e ha stabilito standard di due diligence per garantire l'efficacia delle indagini su casi come quello di Marín.

Nel 2008, la donna transgender, identificata poi come gay, è stata arrestata arbitrariamente dalla polizia e trattenuta per sei ore. Durante questo periodo, un gruppo di agenti di polizia l'ha molestata con insulti omofobi, picchiata e violentata.

Il suo arresto non è stato registrato dalla polizia e, il giorno successivo, le autorità non hanno creduto al racconto di Marín quando ha fatto la denuncia. Durante l'esame forense e la ricostruzione della scena del crimine, ha continuato a essere bersaglio di insulti omofobici e le sue parole sono state screditate.

La CIDH ha ordinato alla giustizia peruviana di risarcire Marin e di garantire che l'incidente non si ripeterà.

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