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La Corte Federale stabilisce un precedente per gli psicologi che effettuano la "cura gay"

La misura accettata dalla sezione giudiziaria del Distretto Federale che costituisce un precedente per gli psicologi nella realizzazione di terapie di “inversione dell'omosessualità”, la famosa “cura gay”, ha suscitato polemiche sui social media. In una nota, il Consiglio Federale di Psicologia ha ripudiato la decisione della Corte che contraddice la decisione della CFP, che nel 1999 non era più considerata dall'organismo come una malattia, attraverso la risoluzione n. 01/99 che afferma: "L'omosessualità non è né una malattia né un disturbo né una perversione». La decisione del giudice federale Waldemar Cláudio de Carvalho, venerdì 15, ha mantenuto l'intero testo della risoluzione 01/99, ma costituisce un precedente per i professionisti che affermano di essere “capaci” di invertire l'orientamento sessuale di qualcun altro. Il CFP ha inoltre affermato che l'interpretazione del magistrato rappresenta un ostacolo al contrasto alla violenza e ai pregiudizi contro la popolazione LGBT, e che significa anche “una violazione dei diritti umani e non ha alcuna base scientifica”.

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