La maggioranza dei ministri del Tribunale federale ha espresso parere favorevole affinché le persone transgender possano cambiare il proprio nome all'anagrafe senza bisogno di sottoporsi ad un intervento chirurgico per il cambio di sesso.
Nel suo voto, il ministro relatore Marco Aurélio Mello ha affermato che “è inaccettabile nello Stato di diritto democratico rendere impossibile che qualcuno scelga la strada da intraprendere, impedendogli di assumere pieno e felice protagonismo nel proprio cammino”.
Marco Aurélio ha sostenuto, però, che per poter effettuare il cambio di nome sia prevista un'età minima di 21 anni e la necessità di una diagnosi medica da parte di un'équipe multidisciplinare, dopo almeno due anni di monitoraggio congiunto.
Il ministro Luís Roberto Barroso è stato più liberale nel suo voto e ha difeso che il cambio di nome nell'anagrafe venga autorizzato anche senza bisogno di autorizzazione giudiziaria.
“L’identità di genere non può essere provata”, ha affermato il ministro, citando la decisione della Corte interamericana dei diritti dell’uomo. "Sto dimostrando che non c'è bisogno di una decisione del tribunale", ha affermato.
Anche i ministri Alexandre de Moraes, Edson Fachin, Rosa Weber e Luiz Fux hanno seguito il voto favorevole, per un totale di sei voti su un totale di undici ministri.
L'assemblea plenaria della STF ha confermato, nel tardo pomeriggio di giovedì 01, che le persone transessuali e transgender hanno il diritto di cambiare il proprio nome nel documento, adattandolo alla propria identità di genere con 10 voti – il ministro Dias Toffoli non ha partecipato al voto. La maggioranza dei ministri ha inoltre deciso che non sarà necessaria l'autorizzazione giudiziaria affinché il transessuale possa richiedere la modifica del documento, cosa che potrà essere fatta presso uno studio notarile.
