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La modella vince la causa perché viene definita gay

Il modello Carlos Alberto Cunha Gonçalves, alias Carlucho, è più ricco di R$76, ops, risarcito per danni morali. Ha appena vinto una causa contro Rede TV presso il tribunale di San Paolo! per essere stato definito gay dagli intervistati del programma SuperPop, condotto da Luciana Gimenez.

Ridi TV! Nel febbraio dello scorso anno è stato proiettato un servizio che raccontava la storia del Club femminile. Il presentatore, il regista, i ballerini e gli altri ospiti dello stabilimento si sono recati in studio per rilasciare interviste. Tra i temi trattati è stata affrontata l'omosessualità tra i ballerini. Carlos Alberto è stato citato come uno dei modelli che hanno lasciato il club perché gay. Gli invitati non hanno pronunciato il nome del modello, chiamandolo solo con il suo soprannome. Tuttavia, sono state mostrate le foto del modello.

Carlos ha affermato che la sua intimità e privacy sono state compromesse e ha presentato una richiesta di risarcimento. La difesa dell'emittente si basava sul fatto di aver chiarito, nel corso della trasmissione, che i ballerini non erano omosessuali perché ballavano per le donne e non per gli uomini. Ha inoltre sostenuto che il nome completo del modello non è stato divulgato, né è stato evidenziato il suo soprannome. Un altro argomento era che non esistevano reati che gli avrebbero tolto il diritto a ricevere un risarcimento per danni morali.

Il caso è stato giudicato presso il XVII Tribunale Civile di San Paolo dal giudice Carlos Dias Motta. Nella sentenza, il gip ha ritenuto che "il reato non deriva dal semplice riferimento del nome dell'autore nel programma, ma dal contenuto dei commenti formulati. Si caratterizza, quindi, per l'esistenza di un danno morale subito dal autore, essendo da lui convenuto civilmente responsabile, di aver trasmesso il programma e di averne tratto profitto".

Secondo il giudice, il caso va ben oltre il fatto che Carlucho venga definito gay, si trattava di una violazione dell'intimità e della privacy. La libertà di espressione, per il giudice, conquistata a caro prezzo, non può essere motivo di violazione dell'intimità e della privacy, principi contenuti anche nella Costituzione federale.

La sentenza può ancora essere impugnata davanti all'emittente.

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