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Il gruppo gay del PT respinge il veto sul Kit Scuola Senza Omofobia

In una "lettera aperta alla presidente Dilma", il settore nazionale LGBT del Partito dei Lavoratori ha dichiarato di ripudiare il veto del Kit Scuola Senza Omofobia, che secondo le parole della presidente è "inadeguato nella lotta contro l'omofobia" e di "approvare una certa opzione sessuale”.

Gli attivisti LGBT del PT affermano di voler "dialogare pubblicamente" con Dilma Rousseff riguardo al materiale educativo "Kit scolastico senza omofobia". Gli attivisti dichiarano di essere "perplessi dalla notizia" che il presidente, dopo un incontro con il gruppo evangelico, ha deciso di sospendere il kit.

Nella lettera, il settore gay del partito afferma che è necessario "ascoltare tutti i segmenti della società brasiliana, cercando composizioni e sintesi" e ricorda anche che il PT è stato un pioniere nella lotta contro i pregiudizi, quando, nel 1981, questa questione era già una tua bandiera.

Il gruppo gay del PT rafforza la memoria di Dilma Rousseff ricordandole che "la maggior parte delle leggi e dei progetti di legge che garantiscono i diritti alla popolazione LGBT, in tutto il Brasile, sono promossi dai parlamentari del PT". Poi, il testo ricorda quando l'allora deputata federale Marta Suplicy presentò, nel 1995, il disegno di legge sulle unioni civili.

La lettera evidenzia che, nel 2008, il governo Lula ha tenuto la prima Conferenza Nazionale LGBT e, di conseguenza, è stato lanciato il Piano Nazionale per la Promozione dei Diritti Umani LGBT. Gli attivisti gay del PT commentano ancora la decisione della STF che, oltre a riconoscere le unioni stabili tra omosessuali, ha imposto lo Stato laico, che per loro è "una vittoria della democrazia brasiliana".

Infine, chiedono alla presidente Dilma Rousseff e affermano che il suo governo ha l'obbligo di "approfondire le politiche pubbliche che promuovono la diversità e il rispetto delle persone". "Non siamo d'accordo in nessun caso che i materiali preparati dal progetto Escola Sem Homofobia non raggiungano i loro destinatari", scrivono gli attivisti.

Per leggere la lettera integralmente cliccare nel presente documento.

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