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Il Primo Ministro espelle il soldato che ha denunciato torture dopo essersi dichiarato gay a SP

La Polizia Militare di San Paolo ha espulso dalla corporazione il soldato 35enne Adriell Rodrigues Alves da Costa. La decisione arriva poco più di sei mesi dopo che il militare aveva denunciato di essere stato vittima di “persecuzioni, torture e omofobia”, dopo essersi dichiarato gay. Gli attacchi sono avvenuti presso il 39esimo battaglione della polizia militare, dove lavorava l'ex militare. Il caso di Adriel è diventato noto dopo che aveva pubblicato un video sui social media in cui avvertiva: "Se succede qualcosa alla mia vita, alla mia integrità fisica, la responsabilità è del comandante del battaglione, della polizia militare e dello Stato, che non hanno fatto nulla per indagare sulle mie lamentele”, ha detto. Nella decisione del PM, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, l'espulsione è giustificata da “gravi trasgressioni disciplinari”. Secondo la Segreteria di Pubblica Sicurezza (SSP), Adriel aveva aggredito un'équipe medica durante una valutazione richiesta dal Primo Ministro. L’ex soldato ha risposto: “Sono rimasto a casa mia in attesa delle cure mediche per otto giorni. Andrei alla diserzione. Mi hanno convinto ad andare dicendo che andavo a San Paolo. Era una bugia". Lui, finito in carcere per 34 giorni, dice di essere stato vittima di un delitto “fabbricato” dal comando.

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