in

La polizia smantella l'attacco pianificato durante il Gay Pride a Gerusalemme

La polizia israeliana ha affermato di aver smantellato un attacco pianificato contro i partecipanti all'evento Gay PrideSu Gerusalemme, celebrato questo giovedì (21) e la cui edizione del 2015 è stata segnata dalla morte di una giovane donna per mano di un ebreo ultraortodosso.

+"Non mi dispiace", dice l'omofobo che confessa di aver picchiato a morte un gay
 

Secondo la polizia l'autore dell'omicidio Yishai Shlissel, Condannato all'ergastolo il mese scorso, stava prendendo contatto con suo fratello Michael per attaccare i partecipanti alla marcia.
 
Per garantire la sicurezza del corteo, le autorità hanno schierato 2.000 agenti di polizia lungo il percorso.
 
Nel 2015, Yishai Shlissel ha pugnalato Shira Banki, una israeliana di 16 anni, e ha ferito altri cinque partecipanti prima di essere arrestato.
 
Questo attacco ha sollevato critiche sull'inefficacia del dipartimento di polizia, che aveva rilasciato Shlissel solo poche settimane prima, dopo che gli era stata revocata una pena detentiva per aver ferito altre tre persone durante la Gay Parade del 2005.
 
Per evitare ulteriori drammi quest'anno, la polizia ha deciso di adottare misure drastiche per garantire la sicurezza delle migliaia di partecipanti attesi alla parata.
Tutte le strade che conducono al percorso sono state transennate con corde ore prima dell'inizio.
 
Inoltre, gli organizzatori hanno fornito alla polizia un elenco dei partecipanti alla parata per consentire loro l'accesso. Potrebbero partecipare anche persone non registrate, ma potrebbero essere soggette a controlli più severi.
 
Tom Canning, uno degli organizzatori, si è dichiarato soddisfatto delle misure adottate. "Quello che è successo l'anno scorso è stato un duro colpo per la polizia. Quest'anno la polizia ha sviluppato il sistema di sicurezza al massimo livello per tre mesi", ha detto all'AFP.
 
A Gerusalemme, città santa per ebrei, musulmani e cristiani, la comunità omosessuale ha più difficoltà a farsi accettare che a Tel Aviv, considerata una città più tollerante.
 
La comunità ebraica ultraortodossa, particolarmente numerosa a Gerusalemme, si oppone allo svolgimento di questo evento, poiché molti rabbini considerano l'omosessualità, nella migliore delle ipotesi, una malattia, una perversione che deve essere combattuta con tutti i mezzi.

Intitolato ai baci gay, lo spot Nextel cerca di sfatare le etichette nella nuova campagna

Ora è ufficiale! “RuPaul's Drag Race” rinnovata per la nona stagione