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La protesta evangelica mostra la disarticolazione del movimento gay

Non riesco a capire come sia possibile che una manifestazione contro un progetto che mira a criminalizzare l'omofobia e, soprattutto, a rafforzare la democrazia e il rispetto dei diritti umani in questo paese, riunisca circa un migliaio di partecipanti.

Significare. Essere in grado di capire, capisco. Il Brasile è un paese molto omofobo. Il campione del numero di omicidi di omosessuali, secondo i dati di una ONG e non di un sondaggio governativo. Qui prevalgono ancora pregiudizi e fondamentalismo religioso. E ancora: molto di più. Una certa ipocrisia e un falso moralismo sono tipici anche del popolo brasiliano, siamo complici. Non è difficile camminare per le strade e trovare una folla contraria all'omosessualità e agli omosessuali.

Ma quello che proprio non riesco a capire è come durante il 1° Convegno Nazionale GLBT, all'inizio del mese, una protesta per la criminalizzazione dell'omofobia sia riuscita ad attirare non più di trenta persone.

Ok, la protesta gay è avvenuta molto tempo fa. Ma ieri si è verificata una protesta evangelica, il che è a dir poco preoccupante. Un gruppo di quasi mille evangelici si è espresso contro la PLC 122, che criminalizza proprio l'omofobia. Fin qui tutto bene. Almeno teoricamente siamo in una democrazia. La divergenza di opinioni è naturale e la libertà di esprimerle in questa squadra di regime è garantita.

E ora il caso comincia a farsi caldo. Alcuni di questi manifestanti hanno invaso il Senato. Riuscirono ad entrare nella Camera Legislativa e furono presenti anche il presidente ad interim dell'istituzione, il senatore Magno Malta, che, per chi non ricordasse, paragonò gli omosessuali ai pedofili in un discorso assurdo e di idee ignoranti. E il fatto è avvenuto in plenaria. Di più. Un famoso pastore omofobo ha consegnato al senatore un documento in cui esprimeva la volontà dei suoi seguaci religiosi che il progetto non venisse approvato.

È questo ciò che abbiamo allora? Da un lato, un movimento reazionario molto ben articolato che riunisce, a dir poco, 1000 persone. Alcuni di loro invadono il Senato e vengono serviti con caffè, tè e dolci. Dall'altro, un movimento senza coesione promuove una protesta piena di disaccordi in cui si presentano 30 persone (che rappresentano il 3% del totale dei presenti alla protesta evangelica) e qualche stampa.

Può fermarsi! C'è qualcosa di molto sbagliato in tutto questo. O non è almeno strano che la protesta gay sia piccola e popolare nei media mentre la protesta evangelica riesca ad essere grande, non per questo meno popolare nei media, entrare a spintoni in Senato ed essere comunque ricevuta ad interim? presidente della Camera? Spero sinceramente che questa notizia abbia avuto un impatto negativo sugli evangelici. Del resto non è invadendo il Senato che un progetto può essere approvato o meno.

È noto che diversi sono i motivi che possono essere individuati come cause di differenze così evidenti tra le due proteste. Uno di questi è la mancanza di sostegno e interesse da parte della vasta popolazione GLBT per le questioni relative ai diritti, alla cittadinanza e alla politica. L'altro, miei cari, perdonatemi in anticipo chi si sentirà a disagio per quanto sto per dire, è colpa della militanza.  

È positivo che la protesta evangelica di ieri alle porte del Congresso serva da monito e da schiaffo in faccia al movimento GLBT brasiliano affinché si renda conto di quanto sia disarticolato e inizi a guardare alle sue contraddizioni interne. Pochi minuti prima che scoppiasse la protesta gay a Brasilia, poche persone sapevano chi stava organizzando la manifestazione, come si sarebbe svolto il movimento, chi portava le croci, ecc., ecc., ecc. Le informazioni erano tutte incoerenti. Molti, di fronte a tanto disaccordo e chiacchiere, hanno deciso di pranzare. Senza voler stare dietro a chi è meno interessato, l’atteggiamento è quanto meno comprensibile.

Prova della mancanza di articolazione del movimento è che invece di agire in modo efficace, organizzando una protesta, rafforzando la lobby con i senatori, gli attivisti inoltreranno questo testo ai loro contatti, discuteranno via email, scambiandosi accuse e potrebbero benissimo finire nelle liste, come è successo in altre occasioni. Questo è chiaro, se leggi queste parole. Molti non si prendono nemmeno la briga di seguire la stampa specializzata. È molto più semplice ricevere informazioni "rilevanti" via e-mail, inviate dai "compagni".

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