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Lo psicologo Pedrosa risponde: ho 17 anni e sono gay dichiarato. Dovrei uscire allo scoperto adesso?

Mi piacerebbe sapere la tua opinione sull'uscita allo scoperto o meno. Ho 17 anni. A casa penso che lo sappiano già tutti, ma fanno finta di non saperlo. Lo sa solo mia sorella e mi ha chiesto se sarei diventata una donna (ride). Nel mio lavoro nessuno lo sa, ma credo che lo sospettino. I miei amici sono tutti gay, alcuni apertamente, altri no. È uscito oppure no? Luciano (São Vicente – SP)

Luciano, uscire allo scoperto è una decisione molto personale e dipenderà da una serie di variabili. In passato, intendo prima degli anni '1980/'1990, uscire allo scoperto era una cosa per pochi. Le conseguenze furono molto punitive: segregazione familiare, isolamento sociale, licenziamento, tra gli altri. Anche quei gay in cui l'omosessualità era evidente, gay molto effeminati, insistevano nel fingere di essere eterosessuali. Naturalmente, per paura di ritorsioni omofobiche.

A quel tempo era comune, e ancora oggi, collegare le persone gay a una figura femminile. Perché solo i travestiti avevano visibilità, e non c'era modo di non averla per la natura stessa del fenomeno del travestitismo. Un uomo che inizia a vestirsi come una donna e ad avere un corpo femminile. Ricordo la storia di un giovane gay in cui sua madre gli chiedeva con urgenza quando usciva allo scoperto di non indossare rossetto o abiti femminili. Oggi è già chiaro a una piccola parte alfabetizzata della popolazione che i travestiti sono una cosa e l'orientamento sessuale è un'altra cosa.

Con la lotta politica dei gay negli ultimi decenni e una maggiore visibilità, il panorama è cambiato. Molte famiglie ora accettano i loro figli gay e alcune aziende ammettono dipendenti gay. Ma attenzione: questa realtà è minoritaria. Siamo ancora lontani dall’avere una società tollerante nei confronti della comunità LGBT. L’omofobia continua a crescere come un’erbaccia innaffiata e fecondata dalle religioni, in particolare da quelle evangeliche fondamentaliste.

Ti darò qualche consiglio, che do ai giovani gay. Il punto è questo: concentrare la tua vita sugli studi, sul lavoro, avere una professione, essere finanziariamente indipendente e preferibilmente avere un posto dove vivere.

Successivamente, quando ottieni alcuni risultati, valuta se possiedi già la struttura di sopravvivenza e il repertorio comportamentale (esperienza) per affrontare il mondo. Esatto: affrontare il mondo. Perché uscire allo scoperto oggi può portarti cose interessanti, ma anche altre cose molto spiacevoli. A cominciare dalla famiglia, che, di regola, reagisce male all’idea che il proprio figlio sia gay o faccia coming out.

Non sono contrario al coming out dei gay, al contrario, più gay usciranno allo scoperto, meglio sarà per loro (saranno persone più sane emotivamente) e per il raggiungimento di una cultura più tollerante.

Rifletti e vedi cosa è meglio per te. È una tua decisione.

*João Batista Pedrosa è uno psicologo (CRP 06/31768-3) e autore del libro "Segundo Desire" (Iglu). Invia le tue domande e domande a pedrosa@syntony.com.br. Accedi anche al tuo site.

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