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Il rapporto finale della Commissione per la Verità chiede la criminalizzazione della fobia LGBT in Brasile

Mercoledì (10) nel corso di una cerimonia ufficiale tenutasi al Palácio do Planalto, il rapporto finale della Commissione Nazionale per la Verità (CNV) è stato consegnato alla presidente Dilma Rousseff. Il documento chiede di criminalizzare l’omolesbotransfobia, oltre ad altre raccomandazioni.

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Nel documento, diviso in tre volumi, vengono formulate raccomandazioni al Governo sugli atteggiamenti da tenere a favore della popolazione LGBT brasiliana, tra cui: l'approvazione di una legge che garantisca la libera identità di genere; costruzione di luoghi della memoria per i segmenti LGBT legati alla repressione e alla resistenza durante la dittatura; e di convocazione dei soggetti pubblici indicati a fornire chiarimenti sui fatti narrati nella presente relazione.
 
Il rapporto è il risultato di due anni e sette mesi di lavoro della Commissione Nazionale Verità, istituita con la legge 12528/2011. La proposta del CNV è quella di evidenziare tattiche, nomi e mostrare come la popolazione brasiliana ha vissuto sotto la dittatura militare brasiliana, durata circa due decenni, dal 1964 al 1985.
 
Istituita nel maggio 2012, la CNV è stata creata per indagare e chiarire, indicandone le circostanze e la paternità, le gravi violazioni dei diritti umani commesse tra il 1946 e il 1988 (periodo compreso tra le ultime due costituzioni democratiche brasiliane) con l'obiettivo di attuare il diritto alla libertà memoria e la verità storica e promuovere la riconciliazione nazionale.

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In un'intervista, l'avvocato della Commissione Verità di San Paolo Renan Quinalha ha affermato che “le commissioni di verità potranno solo indicare nomi, senza potere di sanzione”, e che le punizioni degli imputati “spetteranno al Pubblico Ministero e alla Magistratura”. Tuttavia, avverte: “se riusciamo a rendere visibile e punire l’omofobia del passato, apriremo sicuramente una strada per punire l’omofobia del presente. Sono strettamente associati”.
 
Il rapporto sottolinea anche la repressione durante il governo di Paulo Maluf, e cita delegati e coroner, si legge nel brano: “Durante l’intero periodo della dittatura, le politiche di controllo sociale e di repressione politica hanno adottato, in molti casi, un pregiudizio conservatore in campo morale. termini. Il modello di polizia che si è verificato nel centro della città di San Paolo tra il 1976 e il 1982 è esemplare dal punto di vista di come ha operato la repressione contro i settori LGBT. Per tali operazioni erano strutturate la polizia civile e militare, con il supporto della Segreteria di Pubblica Sicurezza sotto il comando del colonnello Erasmo Dias.

Inoltre, il delegato Guido Fonseca ha preparato studi criminologici su centinaia di travestiti, raccomandando il reato di vagabondaggio come strumento per combattere l'omosessualità. Inoltre, durante il governo di Paulo Maluf (1979-1982), i controlli palesi si sono intensificati nella zona centrale della città, una regione sotto il comando del capo della polizia José Wilson Richetti, prendendo chiaramente di mira i gruppi vulnerabili e stigmatizzati”.

 
Trans
 
Il rapporto finale identifica anche la violenza contro la popolazione transgender che viveva sotto persecuzione da parte della dittatura militare: “Il 1° aprile 1980, O Estado de S. Paulo ha pubblicato un articolo intitolato “La Polícia ha già un piano comune contro i travestiti”, in cui si registra la proposta della polizia civile e militare di “allontanare i travestiti dalle strade dei quartieri strettamente residenziali; rafforzare la stazione di polizia vagabonda del DEIC per applicare l'articolo 59 della legge sui reati penali; designare un edificio per ospitare solo omosessuali; e aprire una parte della città per insediarli sono alcuni punti del piano elaborato per combattere immediatamente i travestiti a San Paolo”
 
Leggi le raccomandazioni del CNV
 
– Criminalizzazione dell’omolesbotransfobia.
 
– Approvazione di una legge che garantisca la libera identità di genere.
 
– Costruzione di luoghi di memoria dei segmenti LGBT legati alla repressione e alla resistenza durante la dittatura (ad esempio Stazione Centrale Sezionale di Polizia in Rua Aurora, Dipartimento Legale XI de Agosto, Teatro Ruth Escobar, Presídio do Hipódromo; Ferro`s Bar; scalinata del Teatro , Comunale ecc.).
 
– Le scuse ufficiali dello Stato per le violenze, revoche ed epurazioni commesse contro gli omosessuali in un evento pubblico costruito insieme al movimento LGBT.
 
– Risarcimento per le persone LGBT perseguitate e danneggiate dalla violenza dello Stato.
 
– Convocazione dei pubblici agenti indicati a fornire chiarimenti sui fatti narrati nella presente relazione.
 
– Revoca del nome “Dr. José Wilson Richetti” conferito alla Stazione di Polizia Centro Sezionale, del dipartimento delle Stazioni di Polizia Regionali della Grande San Paolo con la legge 7.076 del 30 aprile 1991.
 
Renan afferma che “l’inclusione di raccomandazioni specifiche per la riparazione storica delle violazioni dei diritti umani contro le persone LGBT costituisce un enorme progresso per la democrazia brasiliana. Serviranno a orientare le politiche pubbliche dello Stato e a facilitare la mobilitazione della società civile per realizzare le riforme istituzionali necessarie a garantire il diritto alla memoria e alla giustizia. Ora il movimento LGBT ha ancora un altro strumento per fare pressione sulle autorità affinché combattano i pregiudizi e la discriminazione basati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”, e avverte: queste raccomandazioni da sole non saranno sufficienti. Si realizzeranno solo se ci sarà un’efficace mobilitazione dei movimenti sociali per raccoglierli nella pratica”.

* Nelson Netto È giornalista, ha lavorato in redazioni nazionali e internazionali occupandosi della popolazione LGBT e ha un blog con lo stesso nome – www.nelsonscneto.com – in cui parla di diversità sessuale e di genere.

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