Quando si pensa che il fondamentalismo religioso ha toccato il fondo, ciò dimostra che c'è ancora molta strada da fare: alcuni leader lasciano addirittura da parte la presunta difesa dell'"amore per tutte le creature" e incoraggiano apertamente l'omofobia.
È il caso di Evgeni Yanakiev, sacerdote della Chiesa ortodossa bulgara, che, il 6 giugno, ha incoraggiato la popolazione a lanciare pietre contro chiunque partecipasse alle manifestazioni del Gay Pride nel Paese. "La nostra società nel suo insieme deve impedire, con tutti i mezzi, la marcia omosessuale pianificata. Per questo mi rivolgo a tutti coloro che si considerano cristiani e bulgari per dire loro che è opportuno lanciare pietre contro gli omosessuali", ha detto il sacerdote al giornale locale Standard.
Ancora più scandaloso è sapere che il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa bulgara non solo non ha condannato le dichiarazioni di Yanakiev, ma ha confermato la "ferma" opposizione della Chiesa a tali "manifestazioni immorali" e la sua immutabile convinzione che l'omosessualità è "un desiderio innaturale che incondizionatamente nuoce sia alla personalità di chi lo commette, sia alla società nel suo insieme”.
Scioccato?
Questa è stata anche la reazione dell'organizzazione Human Rights Watch, che mercoledì scorso (27), ha inviato una lettera al ministro della Giustizia bulgaro, Diana Kovacheva, ricordandole che il Paese ha la responsabilità di proteggere le persone LGBT dalla violenza e dall'incitamento. di violenza. "L'appello a lapidare i gay è una minaccia atroce alla sicurezza delle persone pacifiche che vogliono usare la loro libertà di riunirsi", ha detto Boris Dittrich del Programma per i Diritti LGBT di Human Rights Watch.
Per l'entità, la dichiarazione di padre Yanakiev è senza dubbio un discorso di odio. Sabato 4 giugno si svolgerà la quarta parata gay nella capitale della Bulgaria, Sofia.
