Per molte persone la domenica è un giorno per riposarsi, vedere la famiglia, andare al cinema con il proprio ragazzo. Ma per un gruppo di persone, domenica scorsa è stato il giorno in cui uscire di casa e protestare, per dimostrare che abbiamo memoria e per cui non rinunciamo a lottare giustizia e per il nostro diritti.
La protesta è stata indetta "La rivolta della lampada", in riferimento all'oggetto utilizzato come arma dagli aggressori.
Vale la pena ricordare che tra gli aggressori c'è ancora un fuggitivo: Ricercato omofobo: il Tribunale condanna da 9 anni a XNUMX anni accusato di aver aggredito giovane con una lampadina a SP.
Nella descrizione dell'evento, nel file Facebook, Gli organizzatori affermano che “la lampada fluorescente è diventata un simbolo di oppressione non solo delle persone LGBT, ma di tutti i corpi percepiti come inadeguati dal modello egemonico”.
Alcuni partecipanti portavano boe di schiuma, in rappresentanza lampade fluorescenti. Altri portavano striscioni e manifesti contro i pregiudizi contro gli omosessuali. Secondo Polizia militare, l'atto si è concentrato sul marciapiede. Il luogo è lo stesso dove avvenne l'attacco quattro anni fa.