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Mi manca “Official Parade Magazine”

Nel 2004, la São Paulo Gay Parade, secondo i dati ufficiali della Polizia Militare, ha riunito 1 milione di persone sull'Avenida Paulista, cartolina di San Paolo e simbolo del progresso finanziario del Paese. Quell'anno, l'Associazione Gay Pride Parade di San Paolo fu molto attenta e preoccupata per la sua comunicazione, sotto la direzione di Pedro Almeira, e parte del progetto fu il lancio della "Rivista ufficiale della GLBT Pride Parade di SP 2004".

La rivista ha avuto una tiratura di 30mila copie ed è stata venduta in edicola per R$ 7,90. Al momento del suo lancio, era ben esposto nelle edicole delle regioni Paulista e Centro, i punti principali per raggiungere i turisti - che quell'anno già conquistavano la città durante la festa del Corpus Domini -, i più beneficiati dalla pubblicazione, che ha visto l'edizione del competente giornalista Stevan Lekitsh, che ha lavorato per molti anni presso G Magazine, e Jayme Camargo, padre, firmato come redattore capo.

Articoli che spiegano cos'è APOGLBT, un articolo dell'allora sindaco di San Paolo Marta Suplicy, in cui affermava che "il municipio sostiene l'organizzazione di questa comunità e promuove la sua inclusione nelle politiche pubbliche". Il Segretario al Turismo racconta l'importanza dell'evento per la città, una storia illustrata con le foto delle precedenti edizioni della manifestazione. Una panoramica dei modesti risultati ottenuti dalla comunità, come la creazione del Fronte parlamentare per la libera espressione sessuale (nome che è stato cambiato oggi).

Essendo rivolta ai turisti, la pubblicazione non poteva tralasciare una buona guida su come orientarsi tra le decine di attrazioni gay che la città offre. Mappe pulite e ben realizzate, un'agenda di eventi per il mese di giugno. Copertura della parata e del Gay Day dell'anno precedente. Regina Facchini con l'articolo "Paradas: Una politica (omo)sessuale giocosa, ma non così leggera". Articoli su salute, diritti, psicologia. Una rivista di innegabile qualità.

Ma la rivista ebbe solo la prima edizione. Nemmeno il settore privato coinvolto negli anni successivi, come nel caso di ForFun, è stato possibile – o interessato – a riportare il progetto all’ordine del giorno. Una rivista mirata, una rivista speciale, una rivista che portava informazioni specifiche per chi fosse interessato al DNA dell'evento e non solo ai trii, alle feste, alle emozioni e alla musica. Una rivista che aggiungeva valore, ma non veniva mai riportata sulle vendite, forse per questo non circola più.

Ma ce n’è bisogno, ancora di più oggi che il mercato è un po’ più grande, con più locali notturni e servizi specializzati che possano essere partner e inserzionisti. Una rivista che in pochi ricordano, ma chi ne ha una – come me – deve tenerla perché è una testimonianza storica della Parata, che portò nei libri dei record la manifestazione per i diritti dei gay. Forse non verrà mai più diffuso, ma è un progetto che, se ripreso con la stessa professionalità e impegno, potrebbe dare buoni risultati, anche se si tratta di registrare una storia che in pochi ricorderanno a distanza di mesi.

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