in

Sta arrivando un altro Almodóvar! In “Julieta” il regista critica la religione e le nuove relazioni

Contempla a lungo una delle sigle LGBT che non sveleremo per non dare spoiler

+Porta dos Fundos debutta al cinema con un film dai contenuti transfobici
 

Nella prima immagine sul grande schermo, Pedro Almodóvar, chiarisce che è tornata nell'universo femminile nel suo nuovo film Giulietta Un film che sa coniugare estetica e narrativa eccellente come pochi altri.
 
Nella storia, il personaggio del titolo è oggetto di studio in due momenti della vita: la giovinezza e la mezza età e tra questi due estremi c'è un segreto che trasforma la traiettoria di Giulietta, è in questo momento chiave che il regista ci invita in un brillante modo per conoscere e soprattutto comprendere il motivo del comportamento oscuro di Giulietta dopo gli anni passati.
 
Usando il rosso e i caratteristici toni forti in tutte le scene, Almodóvar, conosce e usa il melodramma come pochi altri in modo non banale, usa lo stile per lasciare la sua firma e, insieme ai colori, aumentare il livello drammatico della narrazione.
 
Oltre a tutte le caratteristiche notevoli del regista (scene squisite, costumi suggestivi, ecc.), in questo film egli fa anche un uso molto forte della suspense, che porta lo spettatore a creare aspettative durante tutta la proiezione, che generalmente sono sempre deluse, aumentando così l'effetto tensione e soprattutto la prospettiva su ciò che verrà (qualcosa di un po' hitchcockiano).
 
È una vera lezione di regia e potenza narrativa, in altre parole, la padronanza di come attirare completamente l'attenzione del pubblico. Sapendo utilizzare due risorse generalmente pedanti, ovvero il flashback e la narrazione fuori campo, il regista ci trasporta su un vero e proprio ottovolante di emozioni e sorprese inaspettate.
 
E le donne, oggetto centrale del film, all'interno del cast sono eccellenti, la giovane Giulietta Adriana Urgarte e la vecchia Emma Suárez sono allo stesso livello, anche se Urgarte si distingue un po' di più per le esigenze drammatiche che la storia richiede, ma Rossy Palma, compagna di lunga data di Almodóvar, riesce ancora una volta a rubare la scena in alcuni dei momenti più suggestivi in ​​cui appare, anche senza volerlo, il suo personaggio finisce per essere una sorta di sollievo comico per la trama .
 
Da segnalare la bellissima colonna sonora di Alberto Iglesias, partner ricorrente di Almodóvar, e la fotografia del francese Jean-Claude Larrieu (Between the Prison Walls), che per la prima volta è accanto al regista e riesce a mettere in risalto la varietà dei colori e caratteristiche caratteristiche che rendono il regista un personaggio così notevole.
 
Julieta non è il miglior film di Almodóvar, ma è comunque un'opera brillante che scava nel complesso universo psicologico femminile e ci mostra come gli eventi della vita possano trasformarci nel corso della nostra esistenza.
 
Puoi controllare questo e le recensioni dei film presentati in anteprima questa settimana QUI.

Uno studente gay dell'UFRJ viene trovato morto nel campus di Fundão, a Rio

Lo sapevate? Lady Gaga e Katy Perry sono le uniche cantanti pop ad aver ricevuto i Trevor Awards