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Abdellah Taïa

Si chiama Abdellah Taïa, ha 35 anni, ed è il primo intellettuale in Marocco a dichiararsi gay. Un grande passo per un Paese che, come lui stesso si definisce, “vive negando l’omosessualità”.

Lo scrittore è in esilio a Parigi dal 1999, città che nel 2006 ha “riconosciuto” la sua omosessualità in un articolo pubblicato dal settimanale marocchino “Tel Quel”.

Nel giugno del 2007 la stessa rivista dedicò allo scrittore una copertina, con una foto in cui si poteva leggere la parola “omosessuale”. Autrice di romanzi dal contenuto autobiografico, Taïa è in Spagna per partecipare a un congresso internazionale che dibatte sulla situazione degli omosessuali nei paesi musulmani.

In Marocco, ad esempio, anche se gay e lesbiche non sono condannati alla pena di morte, l'omosessualità è punita con la reclusione fino a 3 anni e con il peso della “H'chouma”, cioè della vergogna.

Uscendo allo scoperto, Taïa è diventata un esempio per altri giovani che soffrono di discriminazione nel suo paese. La stessa famiglia dello scrittore ha dovuto sopportare la pressione sociale. In un'intervista al quotidiano spagnolo “Público”, Taïa ha detto che suo fratello minore non poteva nemmeno uscire per strada.

Una storia di coraggio e di superamento che ha superato le dure e crudeli barriere del pregiudizio.

L'inverno scorso

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